Una nuova terapia per la maculopatia: la fotobiomodulazione
La fotobiomodulazione è una tecnica innovativa utilizzata per la stimolazione cellulare, ed è una terapia che può essere utilizzata nella cura della degenerazione maculare secca.
La degenerazione maculare legata all'età, nella forma cosiddetta secca che in quella umida, è una patologia relativamente frequente che può condurre, se non curata adeguatamente, alla perdita irreversibile della visione centrale.
Se per la forma umida, che rappresenta il 10-20% delle maculopatie, si può intervenire con l’iniezione intraoculare di farmaci che bloccano la malattia, nella forma secca, la più frequente, non ci sono terapie efficaci. Gli integratori rallentano la progressione della malattia ma la loro efficacia è limitata.
Per chi può essere indicato il trattamento di Foto-Biomodulazione?
Possono usufruire dei benefici della fotobiomodulazione i pazienti affetti dalla forma iniziale od intermedia della degenerazione maculare secca o atrofica, diagnosticata da uno specialista con visita oculistica ed esame OCT. Il trattamento ha una scarsa efficacia negli stadi avanzati della malattia, ovvero quelli con atrofia maculare diffusa. La presenza di una cataratta può ridurre l’efficacia del trattamento.
Come agisce la Foto-Biomodulazione?
La foto-biomodulazione agisce tramite l’emissione di luce LED a tre diverse lunghezze d’onda (giallo, rosso ed infrarosso). Non è un laser e quindi non produce alcun danno termico né cicatriziale sulla macula. L’effetto sulle cellule retiniche si ottiene attivando i mitocondri e quindi la catena respiratoria ed il metabolismo cellulare.
La foto-biomodulazione agisce attraverso l'assorbimento mirato e selettivo della luce da parte del tessuto, e in particolare della proteina citocromo C ossidasi (CCO). Lo stress ossidativo e la compromissione della funzione mitocondriale possono contribuire a diversi malattie oculari. La foto-biomodulazione può stimolare direttamente la produzione di energia mitocondriale e diminuire lo stress ossidativo.
Le lunghezze d'onda utilizate (660 e 850 nanometri) riattivano la funzione mitocondriale e l'attività metabolica e riducono gli eventi infiammatori e la morte cellulare. La lunghezza d’onda di 590 nanometri inibisce inoltre il fattore di crescita vascolare (VEGF). Il trattamento ha l'obiettivo di contrastare e rallentare il fisiologico invecchiamento del tessuto retinico maculare e della degenerazione maculare che ne consegue.
Come si effettua il trattamento?
Il trattamento è ambulatoriale e non necessita della dilatazione della pupilla. L’apparecchio più comunemente utilizzato si chiama Lumithera Valeda. Il paziente dovrà appoggiare il mento sull’apposita mentoniera e fissare la luce di riferimento. Il singolo trattamento ha una durata di circa 5 minuti. Può essere trattato un solo occhio oppure entrambi consecutivamente. Dopo il trattamento il paziente può avvertire una sensazione di abbagliamento della durata variabile di 30-90 minuti.
Il ciclo completo consiste di 9 trattamenti da effettuarsi in un arco temporale di 30-45 giorni che possono poi essere ripetuti dopo 6 mesi. Non vi sono particolari restrizioni alla normale attività del paziente prima e dopo il trattamento. I risultati sono apprezzabili dopo 1-3 mesi dal termine della cura.
Referenze
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